Il vino rosé è un vino armonioso dal profumo intenso che viene prodotto secondo un metodo preciso che conserva ed esalta l’identità delle uve. Qui sarà possibile scoprire come si produce questo vino, alla scoperta dell’arte della vinificazione in rosa.
Come si fa il vino rosé? La produzione del vino rosato è unica e prevede un processo di vinificazione in bianco di uve a bacca rossa che dona complessità aromatica, freschezza ed eleganza riuscendo a conquistare il palato sia degli amanti degli aperitivi, sia degli esperti degustatori.
La struttura variegata del vino rosé è frutto quindi del suo stesso metodo produttivo. Non si tratta di una miscelazione tra vino rosso e vino bianco, ma è una vera e propria tecnica di vinificazione che conferisce al vino rosato le sue caratteristiche distintive, tra le quali appunto il colore rosa. Come si fa dunque il rosé? Le tecniche più diffuse sono la macerazione e il salasso, ma esistono anche l’assemblaggio e la pressatura diretta.
Il metodo più comunemente utilizzato per ottenere il vino rosé è quello per macerazione. Tutto ha inizio durante la vendemmia: le uve rosse vengono raccolte con anticipo appositamente per la produzione di vino rosato. In questo modo ci sarà un maggiore equilibrio tra la componente acida dell’acino d’uva e il suo grado zuccherino. Le uve vengono lavorate nello stesso modo dei vini rossi: dopo la pigiatura le bucce restano a macerare nel mosto. È qui che avviene il processo più importante della vinificazione del rosato, molto diversa dalla vinificazione in rosso: il contatto tra bucce e mosto avviene per un lasso di tempo molto breve, che può variare da poche ore a due giorni. Il tempo è un fattore decisivo per determinare l’aromaticità che si vuole conferire al vino e, soprattutto, l’unicità del suo colore finale. A questo punto il vino rosé ottenuto segue i processi della vinificazione in bianco, fermentando all’interno di contenitori in acciaio e in cemento e successivamente imbottigliato.
Si consiglia di non lasciare invecchiare il vino rosé in bottiglia, ma di godere di un buon calice entro due anni dalla vendemmia.
Un altro metodo adottato nella vinificazione del vino rosato è quello per “salasso”, una tecnica che viene generalmente utilizzata per lo Champagne Rosé. Durante la produzione di vino rosso, nelle prime ore di macerazione delle uve a contatto con le bucce, viene prelevata una quantità di mosto (tra il 20% e il 30%) che continuerà a fermentare separatamente senza bucce per la produzione di vino rosé.
A determinare le differenti tipologie di vino rosato e quindi a comandare il colore rosa più o meno intenso, come i profumi e gli aromi, sono la modalità e il tempo di macerazione.
Per esempio, i vini grigi, vini rosati dalle tonalità di rosa più tenue, devono il loro colore al fatto che le uve subiscono solo il processo di pigiatura e non vengono macerate a contatto con le bucce.
Ci sono poi i vini di una notte, in cui i tratti distintivi dei vitigni a bacca rossa incontrano la leggiadria dei vini bianchi in un equilibrio perfetto. Questa varietà di vino rosato si ottiene attraverso una breve macerazione del mosto a contatto con le bucce dalle sei alle dodici ore, tempo che in termini più metaforici viene appunto indicato come “una notte”. Questo è generalmente il tempo necessario per la maggior parte delle uve nere per cedere il delicato colore cerasuolo che contraddistingue i vini rosati.
Ogni calice di vino rosé è quindi un viaggio da godere in compagnia di antipasti a base di pesce o con taglieri di affettati e formaggi (per saperne di più ecco gli abbinamenti consigliati da Cipriani Drinks). Per riscoprire, tra un sorso e l’altro, un momento di convivialità e di esaltazione dei sapori.